La posizione in bicicletta del ciclista deve rispettare le caratteristiche anatomiche dell’atleta, pena gravi infortuni al ginocchio.
L’infortunio al ginocchio del ciclista
Nel ciclismo il ginocchio è la parte del corpo che più, rispetto ad altre subisce infortuni da sovraccarico.
Numerosi studi epidemiologici lo hanno confermato negli ultimi anni; d’altra parte durante un’ora di ciclismo il ginocchio può effettuare anche 5000 movimenti di flesso-estensione.
Quando studiamo le cause di un infortunio in un ciclista dobbiamo tener conto di molti fattori quali: gli errori di allenamento, i fattori anatomici,la biomeccanica del gesto atletico, i terreni di allenamento, l’attrezzatura (scarpe e bicicletta). Molto importante è però considerare anche il rapporto fra le caratteristiche anatomiche degli arti inferiori e il telaio della bicicletta da corsa.
Infortuni da sovraccarico
Come sapete gli infortuni da sovraccarico si presentano quando le strutture dell’apparato locomotore devono sopportare ingenti carichi di lavoro submassimali e ripetitivi nel tempo, senza avere i tempi adeguati di recupero, con conseguente degenerazione dei tendini e delle articolazioni.
La bicicletta deve avere sempre un telaio e misure adeguate all’anatomia dell’atleta. La posizione della sella e degli attacchi scarpa-pedale possono contribuire a causare un infortunio, se inadeguate alle specifiche esigenze.
Che cosa determina l’infortunio al ginocchio nel ciclismo?
La posizione che determina il corretto lavoro del ginocchio durante la pedalata è l’altezza della sella, che deve permettere una estensione massima dell’articolazione di 150°-155°, mentre l’angolo minimo di 70°-80° dipende anche dalla lunghezza della pedivella adottata dall’atleta.
Vediamo sinteticamente alcune situazioni :
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Sella troppo bassa: sollecitazione abnorme sul tendine rotuleo, quadricipitale, e sulla articolazione femoro-rotulea.
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Sella troppo alta: l’eccessiva estensione del ginocchio sollecita in modo abnorme la bandelletta ileo-tibiale (BIT), il tendine del bicipite femorale e l’inserzione della zampa d’oca, medialmente nel ginocchio.
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Sella troppo arretrata: sollecitazione esagerata per la BIT e i tendini del bicipite femorale.
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Sella troppo avanzata: stress esagerato sulla articolazione femoro-rotulea, tendini quadricipitale e rotuleo.
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Pedivelle troppo lunghe: aumentano lo stress sull’intero ginocchio
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Attacco scarpa-pedale ruotato troppo all’interno: stress sul comparto laterale (BIT e LLE)
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Attacco scarpa-pedale ruotato troppo all’esterno: stress sul comparto mediale (LLI e zampa d’oca).
Il dolore anteriore nel ginocchio del ciclista
Viene comunemente indicato dal medico come sindrome femoro-rotulea, mentre il radiologo o l’ortopedico dopo l’artroscopia possono parlare di condromalacia, che indica l’usura della cartilagine articolare della rotula, dei condili o della troclea femorale.
Oltre alle problematiche di posizionamento della sella, ricordo che anche un piede piatto, un calcagno valgo o una sindrome pronatoria del piede possono favorire questo infortunio. La tendinopatia del rotuleo e del tendine quadricipitale sono altri due infortuni difficili da risolvere in tempi brevi. Oltre ai problemi biomeccanici, in questi casi l’abitudine ad utilizzare rapporti ad elevato sviluppo metrico facilita il comparire del danno tendineo.
Il dolore anteriore nel ginocchio del ciclista
Può dipendere dalla sindrome della plica sinoviale mediopatellare; la plica è un residuo embrionale dello sviluppo del ginocchio ed è presente nel 30% delle ginocchia. Normalmente è asintomatica. Durante la flessione del ginocchio la plica può però “sfregare” contro il condilo femorale mediale causando dolore, e progressivamente può diventare sempre più rigida e fibrotica. La giusta posizione in sella può contribuire a ridurre i sintomi dolorosi, così come un’infiltrazione nella plica stessa. Nel caso i dolori persistano dopo sei mesi di terapia conservativa è indicata effettuare l’asportazione della plica per via artroscopica. La borsite della zampa d’oca si manifesta invece più raramente, spesso per una sbagliata posizione in sella. Alcuni anni fa ho visitato un ciclista professionista che ne soffrì per tutto un giro d’Italia, perché dopo un test, aveva modificato in modo repentino la sua posizione in bicicletta, arretrando e alzando di colpo la sella di alcuni cm.
Il dolore laterale o esterno nel ginocchio del ciclista
E’ dovuto quasi esclusivamente alla sindrome della bandeletta ileo tibiale (BIT) che ripetutamente sfrega nella pedalata contro il condilo femorale laterale. Una sella troppo alta o arretrata, o una eccessiva intra rotazione del piede nell’attacco scarpa pedale, in presenza di un ginocchio varo o una extrarotazione tibiale maggiore di 20° sono dei fattori favorenti, così come o è la dismetria degli arti (maggior stress sull’arto più corto). Per regolare la rotazione del piede a livello dell’attacco, in modo molto semplice dovete sedervi su di un tavolo e guardare la posizione assunta dai piedi: la stessa posizione dovete averla in bicicletta, e non dovete cambiarla per avere i piedi dritti e paralleli.
Il dolore esterno nel ginocchio del ciclista
Molto spesso è dovuto a una tendinopatia del bicipite femorale (lateralmente) o più raramente alla tendinopatia degli adduttori (medialmente). Anche in questo caso una sella troppo alta e/o arretrata, e l’eccessiva intra o extrarotazione dell’attacco scarpa pedale, favoriscono l’infortunio.
La corretta posizione in sella
Oggi molti hanno sistemi di valutazione computerizzati, che comunque mai potranno fare a meno dell’esperienza sul campo. Esperienza e innovazione devono andare a “braccetto” altrimenti sono guai. A questo proposito leggi la nostra guida sull’importanza della biomeccanica nel ciclismo. Ben venga l’aiuto della tecnologia, ma le modifiche devono essere graduali e proposte con buon senso, perché anche spostamenti di una sella di pochi mm sono un’entità enorme per il possibile stress che la nuova posizione procura al ginocchio. Le modifiche repentine di alcuni cm. portano infatti solo ad infortuni. Non solo, ma alcuni atleti non possono sopportare a lungo alcune posizioni in bicicletta per una intrinseca incapacità a mantenerle: ad esempio un deficit di flessibilità della colonna lombosacrale mal sopporta un arretramento della sella troppo grande e attuato in pochissimo tempo.
Sergio Migliorini
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