“Omo de panza, omo de sostanza” dice un vecchio detto, sconfessato però dalla scienza, oltre che dalle donne, che si schierano contro la pancetta.
Non fate finta di niente: lo so che adesso state sbirciando, meditabondi, la zona sopra la cintura. E vi starete dicendo “Ommamma, sono appena finite le ferie e devo sciropparmi una tiritera sul fatto che ho mangiato troppo in vacanza e bla bla bla.”
E invece no, guarda un po’. Sono tutti buoni a dirvi che adesso è ora di fare i bravi, mettere la testa a posto e buttare dalla finestra i quarantadue chili di pecorino sardo che vi siete messi in valigia. Invece io vi dico che, se avete la pancetta o la panciona, nonostante gli allenamenti, nella maggior parte dei casi non avete bisogno di mangiare di meno.
Al contrario: probabilmente dovete mangiare di più. Meglio, ma di più. Ma non solo.
Andiamo allora a vedere quali sono, in sintesi, le cause principali di quelle rotondità che vi illudete siano tanto sexy e che invece, oltre ad essere un importante fattore di rischio cardiovascolare, vi toglie pure parecchi punti fascino (era ora che qualcuna ve lo dicesse).
Le cause principali della rotondità
Picchi glicemici e resistenza insulinica
Se a colazione bevete solo un caffè zuccherato, poi vi sbafate un croissant o un pacchetto di cracker a metà mattina con un altro caffè, pranzate con un piatto di pasta “per stare leggeri” e alle quattro andate al distributore dell’ufficio perché non ci vedete più dalla fame, ecco spiegato perché i cinquanta addominali al giorno non producono l’effetto sperato (ma, detto tra noi: li fate?).
Cortisolo
Se siete perennemente sotto stress e fate attività fisica solo una volta la settimana, questo ormone, prodotto dalle ghiandole corticali per aiutarvi a supportare lo stress a lungo durata, porta nel circolo sanguigno quanto più zucchero possibile, prendendolo, se serve, anche dai muscoli (ecco perché poi vi vengono le gambette). Questo zucchero, dal sangue, viene inevitabilmente captato dal tessuto adiposo viscerale e stoccato in grasso ad alto potenziale infiammatorio.
Fegato sovraccarico
Non è necessario essere consumatori abituali di alcol, per avere problemi epatici. Il consumo ripetuto e continuato di alimenti processati e conservati, l’abuso regolare di fruttosio (leggasi “succhi di frutta”), la carenza di movimento fisico possono affaticare notevolmente il nostro principale organo emuntore. Il quale, guarda caso, è anche il produttore di molti enzimi digestivi. Se il fegato non riesce a lavorare bene, anche la digestione ne soffrirà, con conseguenti gonfiori e accumuli a livello intestinale.
Intestino infiammato
Pur senza essere affetti da particolari patologie (es. sindrome del colon irritabile), l’intestino può dare segnali di sofferenza gonfiandosi e brontolando. Alla base di questi frequentissimi disturbi ci sono, tra l’altro, una masticazione insufficiente e il consumo ripetuto delle stesse categorie alimentari. Se mangiate biscotti a colazione, pasta a pranzo e pane la sera cinque giorni su sette, probabilmente vi riconoscete in questo profilo.
Visto? Non ho parlato di calorie, né di abbuffate vacanziere o post vacanziere, ma vi ho dato qualche spunto per riflettere sulla vostra situazione e per fare il primo passo verso una vita nuova e soprattutto più stretta. Contenti? E la storia che dovete mangiare di più? Beh, mica pretenderete che vi serva tutto su un articolo, no?
Snelle cordialità e buona continuazione!
Dalla vostra consulente nutrizionale
Tatiana Gaudimonte
info@loveyourbody.ch
Tatiana Gaudimonte
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