finita una dieta, avete recuperato in poco tempo il peso perso con tanti sacrifici. È il momento di iniziare a capire perché questo avviene e come fare per perdere grasso invece che semplicemente peso
La volta scorsa (forse con poca sensibilità, lo ammetto! ma a fin di bene!) vi ho ricordato le volte in cui, finita una dieta, avete recuperato in poco tempo il peso perso con tanti sacrifici.
È il momento di iniziare a capire perché questo avviene e come fare per perdere grasso invece che semplicemente peso.
Innanzitutto è bene ricordare che il nostro organismo non è una semplice macchina meccanica, ma un sistema finemente regolato. Quindi, nel momento in cui io introduco meno calorie con l’alimentazione, il corpo reagisce cercando di difendersi da questa improvvisa carestia. La nostra centralina metabolica, l’ipotalamo (che si trova nella porzione più primitiva del cervello, detta anche “cervello rettiliano”) si è evoluta infatti al tempo in cui ancora vivevamo nelle caverne. A quell’epoca l’unico motivo per cui entrava meno cibo in pancia era…perché non ce n’era (la caccia o la raccolta erano andati male, per sfortuna o in caso di malattie o ferite)! In questo caso, per poter sopravvivere in vista di una carenza di cibo, che poteva anche prolungarsi per giorni o settimane, era necessario tenere da conto le riserve di grasso. A distanza di millenni, funzioniamo ancora nello stesso modo! Quindi, appena ci costringiamo a mangiare insalatina scondita e bistecchina alla griglia, il nostro cervello rettiliano impone subito lo stop al metabolismo rallentando o diminuendo l’efficienza di una o più processi fisiologici e soprattutto rallenta, fino a fermare, il consumo dei grassi di riserva, che sono considerati un importante salvavita. Il peso che perdiamo durante la dieta è principalmente costituto da massa magra: muscolo e acqua. Risultato della sola dieta ipocalorica: siamo sempre più stanchi, abbiamo magari le estremità fredde, siamo rallentati e nervosi e diventiamo via via più demuscolati, nonostante l’allenamento. E molto del grasso resta al suo posto.
Quindi la prima regola è: non fare la fame! Se il nostro ipotalamo “sente” che c’è disponibilità di cibo, attiverà i processi che portano al consumo dei grassi di riserva.
Questa regola va seguita durante ciascuno dei tre pasti della giornata, ma soprattutto al mattino. Si dice, spesso senza pensarlo davvero, che la colazione è il pasto più importante della giornata. È davvero così! Infatti il segnale più potente per dirigere l’ipotalamo verso il consumo viene dalla colazione: tutto il cibo ingerito entro un’ora dal risveglio viene trasformato in calore ed in energia per il movimento. Questo pasto, come descritto nei principi della dieta GIFT, deve essere non solo abbondante ma anche completo: carboidrati (come pane o cereali integrali), proteine (come uova o prosciutto crudo) e frutta devono comparire insieme e in quantità paragonabili sul vostro piatto, così da traghettarvi, sereni e pieni di energia, fino all’ora di pranzo. Mangiare solo un paio di fette biscottate “per stare leggeri” o addirittura saltare la colazione, per poi farsi un caffè (magari zuccherato) con una brioche a metà mattina è invece un forte segnale di rallentamento metabolico e di accumulo in riserve di grasso.
Che fare durante il resto della giornata? Ve lo dico la prossima volta!
Tatiana Gaudimonte
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